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Paura del Lusso

Negli ultimi mesi, il confronto più aspro sul tema del Turismo e dell’Ospitalità, verte sull’Invasione delle compagnie Internazionali nel mondo dell’Hospitality.

La polemica degli addetti ai lavori è sulla perdita di italianità, la confusione dei “4hotels” addict, è sullo spostamento dell’offerta verso un mercato Haute de Gamme con una capacità di spesa elevata.

L’allarme su un modello di Turismo “elitario” sta scandalizzando molti opinionisti ritenendo che il modello “Famiglia Pensione Mariuccia” abbia fatto diventare l’Italia, con il primato per numero di Hotel e Posti letto, la Destinazione turistica fra le prime 5 al mondo.

Non solo politici ed opinionisti sostengono questa tesi. Numerosi Esperti, partendo dalla Romagna dove, in alcune zone, il 40% delle “Pensioni Mariuccia” sono chiuse, ritengono che la fortuna della Destinazione, negli anni 60/70, sia stata la moltitudine di piccole “botteghe” e delle decine di migliaia di posti letto. Anni 60/70 appunto. Non che io sia contrario alle piccole Botteghe che, quando artigianali sono una ricchezza, quando sono “casalinghe” creano danni.
In tutti i comparti economici italiani, la strategia è proprio di abbandonare le produzioni di massa per investire su ambiti ad alto valore aggiunto.

Stellantis, nel silenzio generale, abbandona il mercato italiano spostando produzioni all’estero mentre, Pagani Zonda, Lamborghini, Maserati, concentrano sempre più la loro produzione, e la ampliano, nei luoghi dove hanno storicamente trovato un tessuto adeguato.

In ambito robotica, non abbiamo produzione di supporti di largo uso ma siamo i primi nei congegni piccoli e raffinatissimi di ultimissima generazione.

La moda italiana ha esaurito il suo glorioso passato nelle linee di massa per cedere il passo a spagnoli, americani, svedesi ecc. Non a caso Zara, H&M, Primark non hanno sede legale ne operativa in italia. La moda del Lusso: Brunello Cucinelli, Valentino, Tod’s, ecc. mantengono, invece, le proprie radici solidamente nel Bel Paese.

Tralasciando la retorica che l’Italia è il Paese più desiderato, ecc. ecc. va dato atto al nostro popolo che, il Suo Lifestyle, le Sue Bellezze, Tradizioni, rappresentano per qualunque essere sulla Terra (o quasi) un modello invidiabile.
Lifestyle, Tradizioni, Bellezze, Biodiversità che non possono essere per Tutti. Il nostro Lusso non può essere compreso da tutti quanto gli spaghetti al dente!

Perché quindi stupirsi o allarmarsi se anche il mondo Hospitality vuole mirare nella stessa direzione?

Amara Risposta ma molto semplice: lavorare nel turismo, in italia negli ultimi 30 anni, è diventato ammortizzatore sociale o diletto per immobiliaristi. Se non si ha voglia di studiare si va “all’alberghiero”, se la propria figlia/o non trova un’occupazione che lo aggrada, apriamo un locale. Se ho liquidità da investire, dopo la cantina, la squadra di calcio, il sogno è avere un hotel… tanto è facile!
È talmente facile che abbiamo il tessuto economico più stressato sul fronte imprenditoria e sul fronte, ancor peggio, dei lavoratori.

È ovvio che se la mia è una professione “Inventata”, competere nel mercato del Lusso, “giocare con i grandi”, rischia di diventare un massacro per molti del settore.

Eppure, è talmente plateale la differenza fra le aziende con Alto Valore aggiunto rispetto alla media del 90% dell’hotellerie tricolore che si potrebbe pensare ci sia un disegno eversivo nel non voler sostenere questo mercato.

Il mondo dei 5 stelle (quelli veri!) ha un EBITDA che supera il 35%. Il resto del mondo alberghiero (ovviamente salvo alcuni bravi o fortunati in luoghi straordinari), si attestano sotto il 15%. Chi sta sotto il 15% difficilmente riesce a produrre ricchezza (pagare tasse) ma ci si ostina a credere nei modelli midscale.

Per non parlare di un ragguardevole numero di aziende con risultati negativi e indebitamenti fuori controllo.

Aumentare Salari e Stipendi è possibile affacciandosi a mercati di profilo alto. Ridurre l’orario di lavoro lasciando più tempo a questi benedetti giovani (e su questo ho aperto un capitolo specialissimo) è possibile solo in organizzazioni grandi e strutturate con margini elevati.

Onorare tutti gli impegni e produrre ricchezza sui territori investendo anche nell’innovazione tecnologica ed ambientale è realizzabile solo in contesti stabili e lungimiranti.

E allora perché tanta ostinazione? Forse il Patrimonio Alberghiero italiano così vasto, in realtà, ha pochi margini di manovra per riconvertirsi? E allora perché canoni di affitto o valori di vendita maggiori del 35/50% rispetto al resto d’Europa?

Forse le destinazioni non sono all’altezza di un target elevato perché negli anni si è pensato a cementificare qualunque lungomare ed ora non si ha più la risorsa “ambiente sano”, fondamentale per clienti di un certo standing?
O semplicemente ad occuparsi di Turismo spesso sono Politici, Stake Holders, Opinionisti che poco hanno a a che fare e poco comprendono la Ricchezza Turismo?

È ora di affidarsi a chi ha competenze, strategie e strutture. Non è più il tempo dell’improvvisazione o, come per altri settori italiani, il crollo è dietro l’angolo.

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